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DIARIO DI UN TRASLOCO – Storia di un lungo Trasloco

Diario di un trasloco.

Ore 5.45 – sveglia. Preparo la moka e la metto sul fuoco, intanto comincio a sistemarmi. Si va in bagno, si eseguono tutti i riti da toilette, ci si veste. Nel frattempo è pronto il caffè ed ovviamente ci si siede e lo si gusta con calma ,(i 5 minuti da caffè ci vogliono obbligatoriamente).

Ore 6.15 – pronta a caricare il furgone. In due si fa prima. Uno su a caricare l’ascensore, l’altro giù a scaricarla e caricare il furgone. Nel frattempo divendiamo in 3.. ancora meglio. Una su, una giù, uno carica il furgone e poi aunentiamo in 4 (nel frattempo si è svegliata la grande).

Un mese prima –

Figlia n.2 – “mamma ho deciso, io studio a Milano”

Figlia n.1 – ” A beh mamma, se ci va lei ci vado anche io”

Figlia piccola – ” mamma ed io? Io voglio stare con loro.”

– ” Per me sarebbe più facile, dimezzo il viaggio di ritorno ogni settimana e anzi sono più spesso a casa” (Ok! Questo e il marito che parla, unico uomo di famiglia, come maschio invece è il primo il secondo è.. il pesce).

Tocca a me che con la mia illustrazione la posso far da per tutto, anche in Papuasia e persino in piedi su un albero, quindi pur amando in modo appassionato la mia città adottiva (e si perchè sono nata altrove ma adottata da un’altra città), sono quella che ha accettato senza minimo commento.

“Detto fatto” dice un noto programma televisivo e -detto,fatto- abbiamo fatto noi. Senza minimi termini senza vedere altro, la fortuna di trovare a colpo ciò che faceva per noi. Così nel giro di 2 domeniche abbiamo preso casa ed ora ci troviamo nel caos del trasloco.

Avete presente un vortice d’aria che pian piano comincinca a girarare su se stesso e a mano a mano che gira diventa sempre più geande stravolgendo tutti che è intorno.

Ecco io mi sento al centro di quel vortice e mi vedo girare tutto quello che devo portare intorno.


Diario di un trasloco, parte2

La vicenda di questo lungo trasloco continua:

Torniamo al giorno in questione, eravamo rimasti che alle 6.15 erano partiti.

Ore 7.55 – tutto è pronto e tutto è sul furgone, si parte. In realtà a partire sono in 3, mio marito, la seconda e l’ultima. Io e la grande restiamo a casa a continuare a impacchettare.

Notizie tecniche: Come ho proceduto? Ormai stravolta da tutti gli altri traslochi, non è stato difficile, ho avuto l’idea di procedere per stanza e numerare i pacchi mettendo una sigla (se solo avessero seguito lo schema scaricando il furgone, ora sarebbe stato meglio, hanno ammucchiato tutto in una stanza).

Ma le cose vanno comunque a posto, tutto cio che è abbigliamento ha un n. ed è già negli armadi, così come la cucina ed anche i libri.. ora mancano i giochi della piccola, le scatole che vanno in mansarda (e si, anche io ho una mansarda e forse diventerà il mio laboratorio, ovviamente impraticabile ora.. si schiatta dal caldo). Ma del sistemare dobbiamo aspettare il giorno dopo.

Ore 16.00 erano di ritorno e noi? Noi avevamo ri-imballato il resto e, notiziona, ci vuole un altro carico. Vedremo come fare, domani è un altro giorno.

Intanto di giorni ne sono passati 5 e qui regna ancora il caos e vige la regola del “più scatoloni apri, più ne escono fuori”.

Ma sapete che ho letto che il trasloco è fonte di forte stress dopo lutto e separazione?

E si, perchè se vi fermate a pensare, traslocando si lascia la casa, il quartiere, le proprie abitudini quando si esce la mattina o si rientra la sera. Si perdono quei riti a cui si tiene, come un caffè nel solito bar il sabato mattina con le solite amiche, le vecchie Peppine o le nuove MissisPeppi. Per non parlare dei genitori (che vogliono o no, prima o poi ti dovranno ragiungere). Pensate poi quando a questo di aggiunge il cambiare completamente città.

Torniamo a noi e al nostro estenuante trasloco.. insomma fossero gli scatoloni la parte più pesante, aggiungete anche tante altre cose di cui vi dovete occupare come il cambio di utenze, il cambio di residenza, la richiesta di permesso parcheggio (e si perchè anche se avete il vostro bel garage che fa parte dell’appartamento, non ne usufruite causa inscatolamento del proprietario per liberare presto casa..lo libererà, ma.. quando?). I figli e si ci sono loro, le grandi con l’università che quasi sia dovrebbero vedersela loro ( appunto: “quasi sia”) e i piccoli. Qui la cosa si fa per me molto complicata, perchè abbandonare una scuola e due insegnanti meravigliose è davvero brutto. Quindi molto importante scegliere l’istituto giusto che sia all’altezza della situazione.

Datemi un consiglio, come procedereste per la scelta? A cosa porreste attenzione? E soprattutto siete per la pubblica o la privata?

Ma forse, ora, con la scelta della scuola, ce l’abbiamo fatta? Siamo riusciti a concludere?.. eh no, lo avreste voluto, vero?

Invece mancano altre cose importanti, quello di pulire per bene la vecchia casa per darla in ordine e quella obbligatoria di fare il cambio del medico.

Diciamo che nel giro di una settimana tutto dovrebbe tornare in ordine e finalmente possiamo parlare di… vacanze!!

Simona e MissPeppi.

(Anche se la mia amica si è data un pò alla macchia mollandomi sola e dicendo “tu lavora che poi io racconto).

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1 pensiero su “DIARIO DI UN TRASLOCO – Storia di un lungo Trasloco”

  1. Come dici tu un trasloco non è per niente semplice, per quanto riguarda me, ho aiutato i miei a traslocare e se da un lato ci sono avvicinati per starci più vicini, dall’altro per mio padre, soprattutto è stati un vero trauma.
    Non ti dirà mai che ha sofferto, ma che l’ha fatto per noi, che ci vuole bene ed è disposto a fare questo e altro per le sue figlie.
    Cosa dire? Quando ci penso mi commuovo e tutte le incomprensioni che ci sono state si dissolvono perchè si va avanti.

    "Mi piace"

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